Carta Siegfried: informazioni di fondo
Con l’Atlante topografico della Svizzera in scala 1:25 000/1:50 000 (noto anche come carta Siegfried) furono pubblicati i rilievi originali realizzati per l’allestimento della carta Dufour. L’Atlante fu pubblicato tra il 1870 e il 1926 in virtù di due leggi federali del 1868 e in collaborazione tra Confederazione e Cantoni.

Già durante l’ultimazione dei lavori per l’allestimento della carta Dufour fu espresso il desiderio, soprattutto da parte degli ambienti tecnico-scientifici (geologia, costruzione di ferrovie) e da parte del Club alpino svizzero (CAS) fondato nel 1863, di veder pubblicati i rilievi effettuati nelle loro scale originali, vale a dire in scala 1:25 000 (Giura, Altipiano, Ticino meridionale) e 1:50 000 (arco alpino). Parallelamente, in seno al Dipartimento militare, furono adottati provvedimenti strutturali, tra i quali l’istituzione, ispirandosi al modello del Dépôt de la Guerre francese, dell’Ufficio topografico federale (Eidgenössisches Stabsbureau). La direzione di questo ufficio fu affidata nel 1866 a Hermann Siegfried (1819–1879) di Zofingen. Tra i suoi compiti primari vi era quindi anche quello di allestire e pubblicare l’Atlante topografico della Svizzera 1:25 000/1:50 000, che in suo onore è detto anche "carta Siegfried".
Struttura
La carta Siegfried doveva essere realizzata secondo il modello della carta del Canton Zurigo, che fu pubblicata tra il 1852 e il 1865 come carta delle curve di livello in scala 1:25 000 e rappresentava la conformazione del terreno per mezzo di linee di quota. Nelle regioni del Paese per le quali erano state allestite carte con tratteggio a lumeggiamento obliquo come base per la carta Dufour, l’unica soluzione per l’allestimento della carta Siegfried consisteva nel realizzare nuovi rilievi. In particolare, per i fogli concernenti le zone di montagna, si dovette frequentemente decidere se le carte di base già disponibili potessero essere sufficienti allo scopo oppure se fosse necessario effettuare nuovi rilievi.
Basi legali
Il 18 dicembre 1868 furono adottate le due leggi federali concernenti, da una parte, il proseguimento dei lavori topografici e, d’altra parte, la pubblicazione dei piani topografici levati (cioè dei rilevamenti topografici, come erano denominati a quel tempo).
Sistema di riferimento geodetico
La carta Siegfried si basa sul medesimo sistema di riferimento geodetico sul quale poggia la carta Dufour. L’unica differenza consiste nel fatto che per la carta Siegfried fu introdotto, come orizzonte di riferimento per la definizione dell’altitudine, il valore da questi definito di 376.86 m per il Repère Pierre du Niton (ossia il cosiddetto «vecchio orizzonte»). Quando nel 1903 questo valore fu sostituito dal «nuovo orizzonte» di 373.6 m, la carta Siegfried rimase riferita al vecchio sistema geodetico, sia per le quote altimetriche sia per le curve di livello.
Procedimento tecnico di levata
Nei primi anni, l’ufficio diretto da Siegfried disponeva, oltre allo stesso Siegfried, soltanto di uno o due topografi impiegati permanenti e pertanto il rilievo dei fondamenti topografici fu in prevalenza commissionato a topografi privati. Questi dovevano attenersi alle istruzioni impartite, affinché si potesse comunque contare su una certa uniformità dei rilievi. Per le revisioni fu necessario emanare speciali prescrizioni.
Nei territori per i quali occorreva effettuare nuovi rilievi si dovettero dapprima determinare, per mezzo di una triangolazione di terzo livello realizzata con metodi geodetici, le coordinate e le quote di un sufficiente numero di punti (distanti tra loro da 3 a 5 km). Questi punti furono riportati sul foglio della tavoletta pretoriana prima di iniziare i rilievi topografici veri e propri nella scala di levata. Inoltre, prima di poter intraprendere i veri e propri rilievi, gli ingegneri topografi sul terreno dovettero ancora addensare il numero dei punti fissi con l’ausilio della tavoletta pretoriana, appoggiandosi su una triangolazione grafica. La configurazione del terreno fu riprodotta per mezzo di linee di quota con un’equidistanza di 10 m (Altipiano e Giura) o di 30 m (arco alpino). Il foglio della tavoletta, disegnato con inchiostro di china, e i quaderni di lavoro originali (in genere tre: registro delle quote, registro delle strade e delle vie, nomenclatura) erano il frutto conclusivo del lavoro dei topografi.
Suddivisione in fogli
La suddivisione in fogli della carta Siegfried si basa sui valori di base già definiti da Dufour. In aggiunta ai quadranti con numerazione propria fu definita una numerazione dei fogli che non presenta tuttavia una struttura sistematica. Oltre al vero e proprio numero di foglio, diversi fogli portano ancora il complemento numerale "bis" o addirittura "ter".
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Riproduzione
I fogli dell’Atlante topografico 1:25 000 furono riprodotti con incisioni su rame in tre colori (nero, marrone, blu), i fogli in scala 1:50 000 dell’arco alpino con litografie. I primi fogli furono pubblicati a partire dal 1870; la prima edizione fu ultimata nel 1922 (1:25 000, 462 fogli) e nel 1926 (1:50 000, 142 fogli, di cui 118 elaborati da Rudolf Leuzinger). La carta fu aggiornata fino al 1949, ma senza che vi fosse un vero e proprio ciclo di revisione.
Precisione
Le istruzioni del 1888 esigono per la scala 1:50 000 che la media aritmetica delle deviazioni di dieci punti dalla loro posizione ideale non superi 0,7 mm [35 m] in proiezione. Errori di 1,5 mm [75 m] erano considerati inaccettabili. Nella scala 1:25 000 questi valori dovevano rimanere al di sotto di 0,5 mm [12,5 m], rispettivamente di 1,2 mm [30 m]. Le istruzioni contengono ancora indicazioni differenziate. Nelle sovrapposizioni di carte Siegfried a moderne carte nazionali in sistemi di informazione geografica (GIS) è pertanto assolutamente indispensabile tenerne presente il differente livello di precisione.
Apprezzamento
Se la carta Dufour fu la carta del giovane Stato federale, la carta Siegfried può essere considerata la carta della riforma costituzionale del 1874. La carta, col rilievo del terreno rappresentato da curve di livello, è caratterizzata da un’impronta di chiarezza scientifica. La sua fama mondiale è legata soprattutto alla rappresentazione delle rocce con cui alcuni topografi compirono un’opera straordinaria grazie alle loro conoscenze di geologia (rappresentazione detta "genetica" delle rocce, nella quale raggiunsero un eccelso grado di perfezione soprattutto Fridolin Becker e Xaver Imfeld, entrambi allievi del grande geologo delle Alpi Albert Heim).
Documenti
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