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ComunicazioniPubblicato il 15 agosto 2023

«Quando gli altri sono seduti a bordo piscina, noi siamo sicuramente al lavoro»

Il posto di lavoro di Michael Heid è in gran parte situato ad alta quota nel Twin Otter DHC-6-300 oppure nel Super King Air di swisstopo. Quale capo Servizio di volo presso swisstopo è responsabile delle riprese aeree digitali per la produzione di geodati. Nell’intervista il 37enne Heid, originario della Wehntal, spiega perché è meglio chiudere bene la maschera per l’ossigeno dopo una necessaria pausa pranzo e cosa pensa dell’impiego dei droni.

swisstopo rappresenta la memoria paesaggistica della Svizzera.

Michael Heid, lei è capo Servizio di volo presso swisstopo. Che missione sta svolgendo?

swisstopo rappresenta la memoria paesaggistica della Svizzera e noi del Servizio di volo alimentiamo questa memoria con immagini. Ciò significa che acquisiamo tutte le immagini aeree per la produzione di geodati. Pertanto forniamo, tra l’altro, i dati per l’aggiornamento del modello topografico del paesaggio e per le carte nazionali. D’altronde l’articolo 75a della Costituzione federale «La misurazione nazionale compete alla Confederazione» è la nostra legittimazione.

Da quando lavora nel DDPS e com’è arrivato a questa funzione presso swisstopo?

Ho iniziato a lavorare presso le Forze aeree 15 anni fa come operatore di bordo di professione. Durante quel periodo ero già in contatto con i colleghi del Servizio di volo di swisstopo. Quando i tre collaboratori che lavoravano lì stavano per andare in pensione, ho ricevuto l’offerta di passare a questa sezione e in un secondo tempo di assumerne la responsabilità. Dovevo semplicemente cogliere questa opportunità unica.

Così ha potuto comporre il suo team ex novo?

Sì, esattamente. Da un lato, volevo qualcuno che conoscesse lo spazio aereo e riuscisse ad allacciare buoni rapporti con Skyguide, poiché l’integrazione delle nostre esigenze nello spazio aereo rappresenta una sfida sempre crescente. Ho trovato questa persona in Carlo Bosco. Era un aspirante controllore del traffico aereo nelle Forze aeree e proviene pertanto dall’ambito della sicurezza aerea. Inoltre abbiamo con noi a bordo anche Simon Hagmayer. Ha studiato geografia e proviene dal settore dell’interpretazione delle immagini ed è molto esperto nel campo della tecnologia dei sensori di registrazione. Io invece porto il know-how nel campo dell’aviazione. In questo modo ci completiamo perfettamente.

L’aviazione fa parte del mio DNA.

In questo caso vola anche lei stesso?

Sì, io stesso piloto elicotteri civili e, oltre alla mia attività presso swisstopo, sono anche istruttore di volo per elicotteri. L’aviazione fa parte del mio DNA. È la mia grande passione e mi ha occupato per tutta la vita. Una volta che si ha questo virus, è impossibile liberarsene.

Come si compone l’equipaggio sull’aereo?

A seconda del velivolo, l’equipaggio è composto da uno o due piloti, dall’operatore, quindi da qualcuno del nostro team di tre persone, e nel Twin Otter, invece che da un secondo pilota, da un meccanico di bordo. L’operatore manovra la fotocamera, stabilisce la rotta di volo e decide quale sia l’orario migliore per una determinata area. Il meccanico di bordo è responsabile dell’osservazione dello spazio aereo all’esterno dell’aereo. Infatti spesso voliamo nello spazio aero non controllato e dobbiamo costantemente fare attenzione a evitare collisioni con i numerosi altri oggetti presenti nello spazio aereo, vale a dire altri aeromobili, paracadutisti, alianti, parapendii o persino droni.

I piloti sono forniti dalle Forze aeree.

Esatto, i due aerei, cioè il Twin Otter DHC-6-300 e il Beechcraft Super King Air Super 350C, sono pilotati da piloti delle Forze aeree e la loro manutenzione è affidata ai meccanici di aeromobili delle Forze aeree. La collaborazione è ottima e i processi sono perfettamente consolidati. Si tratta della classica situazione win-win. Non potremmo gestire il servizio di volo in maniera più economica. Se dovessimo assumere noi stessi i piloti, i costi aumenterebbero notevolmente. Le Forze aeree possono impiegare i nostri aerei anche per le loro esigenze.

La sua professione consiste perlopiù nello scattare fotografie. Lei e un fotografo diplomato?

No, sono un geomatico diplomato, ma mi occupo di fotografia da quando ero bambino e ho imparato molte cose da solo. È chiaro che per questa professione è necessaria una predisposizione di base per la tecnica, ma la maggior parte delle cose si impara «on the job». Avevo già acquisito molte conoscenze nelle Forze aeree e nel frattempo avevo frequentato molti corsi di approfondimento.

Quando gli altri sono seduti a bordo piscina, noi siamo sicuramente al lavoro.

Quali sono i presupposti per poter esercitare la sua professione?

Le persone devono soprattutto essere flessibili. Il nostro lavoro dipende estremamente dalle condizioni meteorologiche e così quando il tempo è bello, siamo al lavoro durante i fine settimana o nei giorni festivi quando gli altri sono seduti a bordo piscina. A bordo c’è una grande quantità di immagini da elaborare. Si deve essere in grado di lavorare con estrema concentrazione per ore. La sera quindi si è sempre stanchi morti.

Com’è il lavoro quando ci sono turbolenze?

Naturalmente da noi non si deve avere paura di volare e le turbolenze non ci preoccupano più di tanto. Tuttavia in caso di forti correnti ascensionali o discendenti la piattaforma di stabilizzazione della fotocamera segnala che non è più possibile scattare altre fotografie. Vuol dire che la fotocamera è al limite prima di noi (dice sorridendo).

Si è mai trovato in una situazione rischiosa?

A una quota di volo di 6000 o 7000 metri soprattutto nel Twin Otter l’ossigenazione può diventare un problema. Il Twin Otter non dispone di una cabina pressurizzata e quindi voliamo con un casco e con una maschera per l’ossigeno. Qualche anno fa c’è stato un incidente. Un operatore si è tolto per alcuni minuti la maschera per l’ossigeno perché voleva mangiare qualcosa. Successivamente non ha più indossato la maschera correttamente e ha perso conoscenza. Il meccanico di bordo se n’è accorto immediatamente e l’areo è riuscito ad atterrare il più velocemente possibile.

Quali aree vengono fotografate e quando?

Ogni anno viene fotografato un terzo della Svizzera. Come un tosaerba su un campo di calcio sorvoliamo la Svizzera riga per riga ed elaboriamo le cosiddette strisce di immagini. Ciò significa che abbiamo bisogno di tre anni per fotografare di nuovo l’intera Svizzera. Quest’anno ci troviamo nuovamente nel terzo occidentale. Il Giura, l’Altopiano occidentale e gran parte delle valli vallesane sono fatti. L’anno prossimo seguiranno tra gli altri i Cantoni di Berna, Argovia, Basilea, Lucerna e Ticino e l’ultimo anno sarà poi la volta della Svizzera orientale.

Quali sono i presupposti per poter scattare fotografie aeree?

In linea di principio effettuiamo voli tra marzo e ottobre. Per determinate riprese tecniche il paesaggio dev’essere privo di foglie. E non deve più esserci neve.
Abbiamo bisogno di un’angolazione del sole di almeno 35 gradi sull’orizzonte, altrimenti la quantità di grigio e di nero è troppo elevata. Non ci devono assolutamente essere nuvole o ombre di nuvole sulle fotografie, ciò significa che effettuiamo i voli soprattutto al mattino. A partire da mezzogiorno spesso si formano nubi cumuliformi. Per cogliere le giornate ideali, siamo costantemente in contatto con MeteoSvizzera. Pur non essendo divinità meteorologiche, nel corso del tempo abbiamo sviluppato anche una sensibilità per le condizioni atmosferiche.

Che cosa significa in termini numerici e quante volte al mese vi alzate in volo?

Circa 8 o 9 volte al mese, vuol dire che effettuiamo circa 60 missioni all’anno. In totale si tratta di circa 300-400 ore di volo.

Il vostro lavoro è richiesto anche per altri impieghi…

Sì. Tra l’altro offriamo anche il «Rapid Mapping». Si tratta del rilevamento di fotografie aeree per la documentazione in caso di eventi naturali, come ad esempio inondazioni o incendi boschivi. In un caso del genere l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM affida l’incarico a swisstopo. A quel punto dobbiamo essere in grado di trovarci sul posto entro poche ore e possiamo anche utilizzare l’elicottero della polizia cantonale di Zurigo. Per avere la precedenza nello spazio aereo, contrariamente al passato, operiamo come organizzazione di primo intervento.

Rispetto al drone l’occhio umano ha un immenso vantaggio.

In un lontano futuro una parte del vostro lavoro sarà assunta dai droni?

Probabilmente i droni non sostituiranno mai del tutto il nostro lavoro, ma potranno sicuramente essere impiegati in maniera complementare. Il vantaggio dei droni è che in una giornata perfetta dal punto di vista meteorologico possono volare ininterrottamente per 10 ore. Noi invece dobbiamo fare rifornimento dopo 4,5 ore di volo. Tuttavia il drone è un velivolo senza equipaggio. Nel nostro aereo abbiamo 6 occhi e possiamo prendere decisioni insieme per quanto riguarda il programma di volo sulla base delle condizioni meteorologiche e soprattutto decidere e reagire a seconda della situazione. Queste decisioni non possono essere prese con i droni, o sono comunque difficili da prendere. A mio parere i droni potranno essere impiegati soprattutto nella regione alpina, ma sarà difficile nelle vicinanze di aeroporti con il traffico degli aerei di linea e degli altri oggetti precedentemente menzionati a cui occorre costantemente prestare attenzione. Rispetto al drone l’occhio umano ha un immenso vantaggio.

Ho assolutamente una professione da sogno e non riesco a immaginarne una più bella.

Nella sua professione lei può coltivare la sua passione. Sembra una professione da sogno.

Sì, ho assolutamente una professione da sogno e non riesco a immaginarne una più bella. Ogni giorno è diverso e non ci si annoia mai. Abbiamo la fortuna di poter sorvolare uno dei Paesi più belli del mondo. Poter osservare dall’alto la particolare topografia della Svizzera è semplicemente impressionante. Inoltre scopro sempre un posto nuovo per cui mi dico: «La prossima volta devo assolutamente fare un’escursione lì!». (dice raggiante).

Servizio di volo swisstopo

Il Servizio di volo di swisstopo ha sede presso l’aerodromo militare di Dübendorf dal quale solitamente decollano tutti i voli di rilevamento topografico. In caso di chiusure delle piste i voli possono tuttavia essere deviati su Emmen, Payerne o Belp. Per poter esercitare la professione di operatore di bordo, i collaboratori ricevono formazioni intensive interne tra l’altro da MeteoSvizzera, dal produttore delle fotocamere e dal controllo del traffico aereo e vengono selezionati in campo aeronautico dall’Istituto di medicina aeronautica, proprio come i piloti militari.