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Pubblicato il 16 giugno 2025

I confini della Svizzera, ben più che una linea tracciata sulla carta

I confini nazionali sembrano essere immutabili. Delimitano il territorio all’interno del quale si applicano determinate leggi e competenze. Tuttavia accade spesso che la forza della natura o la realizzazione di alcune opere richiedano di modificarne il tracciato. Queste modifiche non vengono apportate in modo arbitrario, ma sono il frutto di un processo diplomatico che contribuisce alla stabilità del Paese.

durante il Congresso di Vienna, nel 1815, che sono stati tracciati i nuovi confini dell’Europa, a porte ben chiuse. La Svizzera perse la Valtellina, Chiavenna, Bormio e Mulhouse, ma ottenne il territorio degli odierni Cantoni Neuchâtel e Giura, la Valle del Frick, Rhäzüns, Tarasp e alcuni comuni nell’area di Ginevra. Da allora non ci sono più stati interventi tanto incisivi, tuttavia il confine nazionale è sempre in movimento e richiede ripetute modifiche.

Queste modifiche, però, non sono mai decise arbitrariamente, perché il confine non è una semplice linea tracciata su una carta, è la delimitazione che indica quali regole si applicano, chi è competente in materia di sicurezza e infrastrutture e a chi sono destinate le entrate fiscali. Per dirlo con le parole del direttore di swisstopo, Fridolin Wicki: «Una frontiera nazionale costituisce il limite del territorio nazionale; al di là di essa, il diritto cambia.» È esattamente per questa ragione che la Svizzera e i Paesi limitrofi devono confrontarsi regolarmente sulla questione dei confini: a volte lo impongono delle variazioni dettate dalla natura, altre volte è necessario per realizzare opere che richiedono lo scambio di territori.

Una frontiera nazionale costituisce il limite del territorio nazionale; al di là di essa, il diritto cambia.
Fridolin Wicki, direttore dell’Ufficio federale di topografia

Un negoziato sempre in corso

Alain Wicht si occupa esattamente di questo ogni giorno: è l’incaricato per il confine nazionale presso l’Ufficio federale di topografia swisstopo e conosce quei 1935 chilometri come le sue tasche. Ripristina i cippi mancanti, li pulisce e li pittura di nuovo: percorre regolarmente il tracciato del confine scalando vette sperdute e attraversando fitte foreste per rendere visibile quel perimetro invisibile che separa la Svizzera dai Paesi confinanti. Alain Wicht non lavora sempre all’aria aperta, egli infatti accoglie anche delegazioni estere e si reca negli Stati limitrofi per trattare questioni legate al tracciato del confine.

I fattori che incidono sul tracciato perimetrale sono diversi, ma generalmente il confine si modifica a causa del cambiamento climatico e degli eventi naturali. Il surriscaldamento globale si ripercuote in modo particolare sulle parti di confine ad altitudine elevata. Un caso del genere si è verificato al confine tra Svizzera e Italia presso il Furggsattel sopra Zermatt: il ghiacciaio dei Theoduli si è ritirato e dalle misurazioni è emerso che la linea che corre oggi lungo le rocce dista 150 metri dallo spartiacque originario posto sul ghiacciaio. Quindi è stato necessario modificare il confine e «di conseguenza, la stazione della funivia non si trova più in Italia, ma in Svizzera», spiega Alain Wicht. Questo esempio dimostra che spostare un confine non è solo una questione geografica, ma anche giurisdizionale. Chi è responsabile dell’infrastruttura, quindi della manutenzione della stazione, in questo caso? Quale dei due Paesi riscuote le tasse sulle entrate ottenute? E non da ultimo: chi deve intervenire per il soccorso in caso d’emergenza?

Sovranità nazionale

Oltre allo scioglimento dei ghiacciai, esiste un altro fattore che può rendere necessaria la ridefinizione dei confini: gli eventi naturali improvvisi. Un esempio è ciò che avvenuto sul confine tra Svizzera e Austria: a giugno del 2023 sono crollati quasi un milione di metri cubi di roccia sul Fluchthorn / Piz Fenga. La cima sud ha perso 18 metri di altitudine e il cippo che si trovava sul crinale è andato perso. «Anche in questo caso la natura ha messo alla prova la sovranità territoriale dei due Stati», racconta Alain Wicht.

Ogni modifica presuppone sempre regole e accordi chiari tra i Paesi confinanti. A tale proposito esistono accordi sul controllo e la manutenzione dei termini del confine con tutti gli Stati limitrofi. Se occorre ridefinire il confine, interviene una commissione diretta da swisstopo e composta da rappresentanti del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) e dai geometri dei Cantoni interessati. «Il nostro lavoro richiede sempre molta diplomazia», dice Alain Wicht.

Curare i rapporti

Lo spirito diplomatico è importante soprattutto nei casi in cui la modifica del confine è richiesta da progetti di opere o di infrastrutture per i trasporti. Nessuno Stato ha il diritto di appropriarsi di un territorio che non gli appartiene, quindi in questi casi occorre effettuare scambi di superfici equivalenti. È il caso, per esempio, di quando negli anni ‘50 è stato ampliato l’aeroporto di Ginevra-Cointrin. Nel 1955 la Svizzera e la Francia hanno concordato uno scambio di 40 ettari di superficie, nonostante le resistenze iniziali del comune di Ferney-Voltaire direttamente interessato. In cambio la Francia ha ricevuto un settore di propria competenza all’interno dell’aeroporto e una strada di accesso al Paese priva di controlli doganali. L’anno successivo è stata sottoscritta e successivamente ratificata anche una convenzione tra i due Stati.

Attualmente swisstopo sta lavorando al progetto che prevede la costruzione della circonvallazione di Allschwil nel Canton Basilea Campagna. Il progetto prevede che questa strada passi sul territorio francese: una situazione che la Confederazione punta a evitare per ragioni giurisdizionali. Attualmente sono in corso dei colloqui tra la Francia e la Svizzera per concordare uno scambio di territorio. Si tratta spesso di processi lunghi, nei quali entrano in gioco aspetti politici e differenze culturali.

Anche se, a prima vista, può sembrare che solo la Svizzera tragga beneficio da questo progetto, la circonvallazione potrebbe essere vantaggiosa anche per i pendolari dell’Alsazia. «E dobbiamo fare in modo che questo emerga», dice Alain Wicht. I primi colloqui con le autorità francesi e le commissioni competenti sono stati positivi. Wicht sottolinea l’importanza di prendersi tutto il tempo necessario per curare buoni rapporti di vicinato: «Perché il nostro obiettivo è trovare soluzioni che garantiscano rapporti stabili e corretti con i nostri vicini anche in futuro, non solo sul momento.»

Perché il nostro obiettivo è trovare soluzioni che garantiscano rapporti stabili e corretti con i nostri vicini anche in futuro, non solo sul momento.
Incaricato per il confine nazionale presso l’Ufficio federale di topografia

Si sposterà ancora

Il confine perimetrale della Svizzera continuerà a spostarsi. Continueranno a presentarsi casi che richiederanno di ridefinirne il tracciato, spiega il direttore di swisstopo Fridolin Wicki: «Continueremo a portare avanti il dialogo con i Paesi confinanti e a fornire gli strumenti tecnici necessari». Alain Wicht continuerà a raggiungere i punti più remoti per sistemare i cippi e per poi incontrare delegazioni straniere il giorno successivo. Come dice lui stesso: «È un privilegio, per me, ma soprattutto per la Svizzera, quando la collaborazione con i vicini funziona così bene.»

Geografia e responsabilità

Il confine esterno della Svizzera si estende per 1935 chilometri. Circa due terzi sono definiti da condizioni geografiche naturali, come fiumi, laghi o creste montuose. Nelle Alpi, la linea di spartiacque, ovvero la cresta, costituisce il confine. In qualità di servizio specializzato della Confederazione, l’Ufficio federale di topografia è responsabile dell’aggiornamento tecnico e della manutenzione del confine nazionale, in consultazione e collaborazione con i Cantoni e i Paesi confinanti.

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